La tranquillità
Attila Bartis
Traduzione di Andrea Rényi e Francesca Ciccariello
Collana: Le Tele
Pagine: 275
In copertina: secondo cranio di Chiara Calore
ISBN:
L’incubo edipico di uno scrittore a pezzi
Andor Weér deve organizzare il funerale della madre, Rebeka, da giovane una delle attrici più famose di Budapest, che ormai da anni viveva da reclusa insieme al figlio a causa delle conseguenze politiche dovute all’improvvisa fuga della figlia dall’Ungheria Sovietica.
Andor è uno scrittore in crisi, consumato da un rapporto malato con la madre e incapace di avere una relazione sana con il genere femminile, compresa Eszter, la donna misteriosa di cui si innamora follemente.
Romanzo unico nel suo genere, dotato di una struttura non lineare in cui i ricordi di Andor si fondono e si sovrappongo, in un costante gioco di specchi nel quale le donne della sua vita giocano un ruolo chiave minando ogni sua certezza; e che trova in una prosa densa e vischiosa la cifra stilistica perfetta per rendere su carta il disagio del suo protagonista.
La tranquillità è ritenuto il capolavoro di Attila Bartis, scrittore e fotografo Ungherese che con quest’opera ci regala un romanzo grottesco, colmo di dolore e sofferenza, senza fare sconti nel rintracciare pesanti colpe al clima politico del suo paese.
Una prova letteraria che non può lasciare indifferenti.
Autore:
Attila Bartis è nato a Targu Mures, Romania, il 22 gennaio 1968. È uno scrittore e fotografo ungherese di origini rumene. Autore di quattro libri, opere teatrali e libri fotografici. Nel 2002 ha vinto il premio Marai con il suo romanzo più importante: La Tranquillità.